8/9 Giugno 2016

Un evento multisensoriale e caleidoscopico, tanto anarchico e trasgressivo quanto studiato e orchestrato alla perfezione. Una lunga notte, effimera e irreale come un’ombra cinese, solida e concreta come una scultura di bronzo, durante la quale i confini tra spettacolo e spettatori e tra estetica e sostanza erano difficili da individuare. Il contenitore, l’atelier di Andrea, era di per sé contenuto e simbolo dell’avvenuta simbiosi tra il suo universo e quello di Anna, dove l’arte diventa fonte di nutrimento necessaria, il cibo fonte d’ispirazione creativa.

Un insieme di elementi primordiali, come la carne, il legno, il metallo, il fuoco, si intrecciavano e si sommavano in un aristotelico tutto di gran lunga maggiore della somma delle sue parti. E così, una mezzena di bovino, che svettava in tutta la sua crudità a pochi passi da un’imponente opera di Andrea, si trasformava in tartare sotto le mani di Dario Cecchini; la calda sensualità del legno e il fascino imperturbabile del metallo si esprimevano attraverso gli oggetti creati da Andrea per la serata, come i tavoli lignei e i bicchieri di bronzo; il fuoco bruciava nel particolarissimo forno concepito insieme allo chef Damiano Donati, mentre Davide Scabin gettava braci ardenti  direttamente nella bagna càuda, creando un geyser tanto spettacolare quanto gustoso.

Con maestria di alchimisti Anna e Andrea hanno fuso elementi familiari a elementi sorprendenti, la tradizione all’avanguardia -i salumi e i vini tipici della toscana alle creazioni improvvisate dei grandi chefs, un sottofondo musicale ben rodato a un concerto ad alta carica elettrica, grandi sculture surreali a oggetti di design- dando vita a un elemento tanto nuovo e straordinario, quanto naturale e necessario. Gli ospiti hanno così vissuto un intenso mix emozionale, composto dal calore rassicurante di una domenica in famiglia, dalla spensierata leggerezza di un aperitivo tra amici, dall’estasi profonda della contemplazione artistica, dall’edonistico piacere della gola e dalla follia provocatoria di un rave party.

Il Factory Food Feast ha aperto la strada a un nuovo modo di concepire le esperienze gastronomiche e artistiche, che predilige la sperimentazione, non a discapito della tradizione ma piuttosto delle etichette.